L’architettura ai piedi: sette scarpe per sette architetti

Michela Pesenti / 3 Marzo 2015 / Stili e Novità

Sette architetti e sette idee diverse di scarpe: vi proponiamo oggi l’architettura che si calza ai piedi, attraverso una carrellata di scarpe ideate da architetti o a loro ispirate. Collezioni di famosi brand e nuovi designer che si ispirano ai grandi nomi del presente o del passato e ridisegnano i confini tra moda e architettura, discipline che da sempre comunicano alla perfezione.

Se Louis Kahn indossasse delle Nike

Tassellatura monoedrica per queste sneakers che ricordano il soffitto realizzato dall’iconico architetto americano per la galleria d’arte della Yale University. Nere e con sfumature color ossidiana, queste scarpe sembrano fatte apposta per seguire uno dei classici clichés degli architetti del passato: “Sono un architetto. Indosserò il nero finché non verrà fuori qualcosa di più scuro.”

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Via Hypebeast

Gli stivali di Frank Gehry per J.M. Weston

Stile sorprendente: un incrocio tra il dandy del XIX secolo e gli anni ’60, un po’ gangster e un po’ Micheal Jackson, le scarpe ideate da Frank Gehry sembrano essere molto convenzionali a differenza delle sue opere. L’architetto canadese così spiega la sua creazione: “Gli architetti di oggi creano brand name, è utile per l’industria commerciale legarsi a questi nomi come accade per la star del cinema. I puristi probabilmnete trovano orrende le mie scarpe ma non so perché. Stiamo tornado al modello rinascimentale, quando gli artisti lavoravano in molte discipline. Non bisogna fare differnze fra le discipline, le calzature sono molto architettoniche e lo sono sempre state, anche di recente ci sono nuove scarpe… che sono edifici!”.
Insieme a Gehry anche altri artisti, invitati da J.M. Weston, tra cui l’industrial designer Martin Szekely.

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Via Designboom

Santiago Calatrava-Inspired Shoes di Tea Petrovic

L’architettura di Santiago Calatrava viene catturata in questa serie di scarpe all’avanguardia di Tea Petrovic, realizzate nell’ambito di un progetto presso l’Accademia di Belle Arti di Sarajevo. “Ho creato una collezione di 10 modelli, come progetto di laurea, centrata intorno all’idea che ogni scarpa è una forma scultorea-architettonica strutturata”.

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Via Dezeen

Pure di Jean Nouvel

Realizzate per il marchio italiano Ruco Line e presentate per la prima volta alla Design Week del 2013, sono realizzate in pelle e gomma e portano la firma di Jean Nouvel. Riassumono l’idea di scarpa alla sua forma più pura, secondo l’architetto francese. Una sneaker con forte identità ma lineare ed elementare, caratteristiche alla base della filosofia creativa di Nouvel. Leggerezza e purezza delle forme rendono la scarpa versatile, ma allo stesso tempo ricercata. Ogni modello prodotto è unico e dotato di codice ID specifico, come simbolo del rifiuto dell’omologazione e standardizzazione. Potrebbero forse essere le scarpe che più aderiscono al vecchio aforisma di Louis Sullivan ‘la forma segue la funzione’ ma con un pizzico di futurismo.

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Via Pentacom.de

Oscar Niemeyer Collection di Converse

Non sono state disegnate da un architetto, ma a lui ispirate le speciali Converse celebrative del 2012.  La collezione, frutto di una collaborazione con la Oscar Niemeyer Foundation, è stata ispirata dal motto dell’architetto brasiliano “Non mi interessano gli angoli retti” e celebra quindi il design non lineare delle sue opere. Cinque le silhoutte tipiche in stile di Niemeyer: ricorrenti la linea rossa e le scritte riferite al poema sulla linea curva. Particolare il modello Chuck Taylor All Star Hi con stampa del poema scritto a mano da Niemeyer e linguetta rossa che fa riferimento all’entrata dell’Ibirapuera Auditorium di San Paolo.

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Via Converse

Mojito di Julian Hakes

Il tacco alto ideato dall’architetto Julian Hakes prende il nome dal ricciolo che si ottiene tagliando il lime. La scarpa è composta da un pezzo unico di fibra di carbonio ricoperta di gomma e di pelle, Mojito è decisamente appariscente, la sua spirale va dalla caviglia fino alla punta, ma è priva di plantare.

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Via Dezeen

Zaha Hadid per Melissa

La collaborazione con il fashion brand brasiliano Melissa amplia il portafoglio di Zaha Hadid nel campo della moda.

Il design delle sue scarpe delinea i contorni organici del corpo con caratteristiche curve sinuose, in pieno stile ZHA. Le scarpe emergono dal terreno e salgono sul piede e sulla gamba con un movimento morbido elegante. La tipologia di plastica utilizzata crea una coreografia di linee che aderisce alla pelle. C’è un senso implicito di leggerezza che offusca il confine tra corpo e oggetto. “L’utilizzo della modellazione computazionale avanzata e della stampa 3D ci ha permesso di sviluppare il prodotto seguendo standard di ergonomia per portare l’idea fino alla linea di produzione”.

Simile anche la linea di Zaha Hadid per Lacoste (qui sotto a destra)

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via Dezeen

Möbius: la scarpa ispirata alla sedia Barcelona

Rem Koolhaas D, nipote di Rem Koolhaas e anche lui architetto, ha collaborato con il dipartimento design di United Nude per creare Möbius una scarpa pensata “Trasformando il telaio della poltrona di Mies Van De Rohe in una singola banda che unisce la tomaia, suola, plantare e tallone in un unico pezzo infinito.”

United Nude ha prodotto anche la serie Eamz design (qui sotto a destra), un tributo ai designer americani Charles and Ray Eames.
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Via Dezeen

  • Si comincia a far qualcosa che veramente si avvicina a quel lavoro che si chiama DESIGN .
    Bravi, Bravi, e complimenti.
    Mino Dell’Omo Architetto

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