Obiettivo 2030, anche il design in prima linea

Team HABIMAT / 14 Febbraio 2022 / Magazine

Secondo la Conferenza nazionale sul Clima l’edilizia gioca un ruolo determinante per raggiungere gli obiettivi 2030 e anche l’interior design è chiamato a fare la sua parte.

02/2022

di Francesca Negri

 

La seconda Conferenza nazionale sul Clima, il più importante appuntamento nazionale per fare il punto sui progressi realizzati dal Paese nel percorso verso la neutralità climatica organizzata da Italy For Climate (I4C), iniziativa della Fondazione dello sviluppo sostenibile, si è svolta i primi di dicembre e ha parlato chiaro: l’Italia non è ancora sulla strada giusta per rispettare gli impegni dell’Accordo di Parigi e per rispondere alla chiamata della recente Cop26 (Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021).

Per rimettersi in carreggiata, contribuendo a contenere il riscaldamento globale entro 1,5 °C, è necessario un salto di qualità. Nel corso della Conferenza è stata presentata in anteprima la nuova Roadmap climatica 2.0, il percorso per l’Italia delineato da I4C per raggiungere la neutralità carbonica declinata anche per percorsi settoriali, tra cui quello dell’edilizia che ha coinvolto esperti, rappresentanti del mondo delle imprese e di associazioni di categoria.

I dati presentati non lasciano adito a dubbi: il comparto degli edifici – residenziali, pubblici e commerciali – è il secondo per emissioni (il 28% delle emissioni nazionali) ma il primo per consumi di energia con quasi la metà del totale nazionale.

Design 2030

Dal 1990 al 2019 il settore delle costruzioni ha ridotto del 10% le emissioni di gas serra, ma allo stesso tempo ha aumentato di ben il 44% il consumo energetico. Secondo la Roadmap I4C gli edifici sono il settore che fornirà il maggior contributo in termini di riduzione delle emissioni di gas serra nazionali da oggi al 2030, con un taglio del 55% rispetto al 2019 grazie soprattutto alla riqualificazione energetica: il 2% degli edifici privati e il 3% degli edifici pubblici ogni anno dovranno essere riqualificati in “deep renovation”, cioè migliorando in modo significativo la performance energetica dell’edificio.

L’obiettivo della neutralità climatica è imprescindibile e costituisce una sfida complessa ma possibile, ricca di opportunità per una economia prospera e resiliente.

 

L’AGENDA 2030

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU che ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile in un grande programma d’azione per un totale di 169 target. Attraverso i goal, i target e oltre 240 indicatori ciascun Paese viene valutato periodicamente in sede ONU e dalle opinioni pubbliche nazionali e internazionali.

Tra i vari obiettivi, il numero 11 tocca da vicino il settore delle costruzioni, perché concerne il «rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili» entro il 2030.

 

NON SOLO EDILIZIA “PESANTE”, ANCHE INTERIOR DESIGN SOSTENIBILE

Rinnovare il patrimonio edilizio esistente, come abbiamo visto, è ormai una priorità, non una tendenza di settore. E in quest’ottica non possiamo trascurare anche l’interior design, che da pura estetica oggi parla anche la lingua della funzionalità e della sostenibilità.

Le aziende che nel 2019 hanno investito in design sostenibile e green economy risultano più competitive in termini di fatturato, addetti ed export.

«Un’economia più a misura d’uomo ha bisogno di un design che incrocia bellezza, tecnologia, empatia e assume la frontiera della green economy e dell’economia circolare – ha affermato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola che ha raccolto i dati sopra esposti insieme a Deloitte –. Di questo design l’Italia è già protagonista e può, per questo, candidarsi a essere punto di riferimento per il nuovo Bauhaus per il Green New Deal proposto dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen».

Ernesto Lanzillo, Deloitte Private Leader per l’Italia, aggiunge: «Il design rappresenta un motore di innovazione e competitività per le imprese italiane. È quindi necessario accrescere nell’industria la consapevolezza dell’impatto del design sulle performance dell’azienda e del suo valore strategico, non solo legato ad aspetti di ideazione e presentazione del prodotto o del servizio, ma a quelli di evoluzione continua delle funzioni e strategie aziendali, che differenziano il made in Italy nei mercati internazionali e contribuiscono alla resilienza delle micro e piccole medie imprese in un contesto di continuo cambiamento e turbolenza del contesto di riferimento».

Piramide Cestia

 

DESIGN SOSTENIBILE, COSA SIGNIFICA DAVVERO?

La sostenibilità nel design d’interni è un concetto ben noto, ma cosa significa veramente? Consiste nel progettare spazi interni e oggetti che abbiano un basso impatto ambientale, concetto, questo, fondamentale per un moderno interior design. In quest’ottica è coinvolta l’intera filiera dell’edilizia, incluso anche il segmento produttivo che deve proporre soluzioni che coniugano qualità e salvaguardia ambientale attraverso processi produttivi energeticamente virtuosi e dal minimo l’impatto ambientale, con una massima riduzione degli sprechi e totale recupero degli scarti. La distribuzione dal canto suo deve essere attenta nel recepire e promuovere il buon costruire, anche nella scelta e proposta di soluzioni sostenibili per ogni esigenza costruttiva o decorativa. La sostenibilità può essere incorporata in un progetto di interior design in molti modi, tra cui l’efficienza energetica, la riduzione dei rifiuti e l’uso efficiente dello spazio. Vediamoli punto per punto.

Efficienza energetica

L’efficienza energetica è un approccio importante per rendere sostenibile lo spazio degli interni. Il consumo di energia è una delle maggiori cause del cambiamento climatico. L’energia usata per il riscaldamento e l’illuminazione può essere facilmente ridotta da scelte come colori più chiari e superfici riflettenti che aumentano lo sfruttamento della luce naturale. Anche la giusta scelta di tende, tendaggi e tappeti fa la differenza. I tappeti sono ottimi isolanti e possono trattenere il calore di una stanza più a lungo. La domotica o gli oggetti intelligenti possono essere accesi e spenti a distanza. Questo porta al risparmio energetico e fornisce un modo più economico di usare l’energia agli occupanti dell’edificio. Per l’illuminazione artificiale, scelte come LED, lampadine alogene e fluorescenti compatte fanno risparmiare energia e durano più a lungo. Anche l’installazione di una fornitura di energia rinnovabile, non basata sul carbonio, farà aumentare l’efficienza energetica dell’edificio.

Uso efficiente dello spazio

L’uso massimo dello spazio è una parte essenziale della sostenibilità nel design d’interni, perché uno spazio ben progettato può essere di dimensioni ridotte ma avere comunque tutte le comodità di un ambiente più ampio. Tali spazi riducono notevolmente il bisogno di materiali da costruzione e di altre risorse.

Responsabilità sociale e ambientale

I materiali usati in un interno sostenibile dovrebbero avere un basso impatto ambientale ed essere prodotti con responsabilità sociale. Quando disponibili, produttori e fonti locali dovrebbero essere impiegati per la fornitura di materiali.

È importante esaminare l’impatto ambientale di un prodotto durante tutto il suo ciclo di vita: il life cycle assessment include l’estrazione, la produzione, il trasporto, la lavorazione e come può essere scartato dopo l’uso. Ci sono una varietà di materiali sostenibili e organici disponibili per l’interior designer come il bambù, la lana, la pietra naturale; in un interno sostenibile dovrebbero essere usati solo materiali non inquinanti e non tossici.

Riduzione dei rifiuti

Quando si progetta uno spazio sostenibile, anche la riduzione dei rifiuti dovrebbe essere una priorità. La mentalità di scartare i prodotti non appena sono fuori moda non è più giustificabile a causa della natura limitata delle risorse del pianeta. Gli oggetti andrebbero recuperati, riutilizzati e riciclati per creare un interno più sostenibile: l’acquisto di mobili antichi e vintage è una grande opzione di arredamento, così come il recuperare un pavimento d’antan.

Longevità e flessibilità

Gli spazi sostenibili dovrebbero essere progettati per durare. Un esempio è l’arredamento mobile che può essere in seguito riorganizzato o riproposto per adattarsi a un’estetica moderna. Quando i singoli elementi possono essere spostati e adattati non c’è bisogno di demolire e rinnovare completamente uno spazio.

Vivere in modo sano

Gli interni sostenibili non sono solo più sani per l’ambiente, ma anche per le persone che li occupano. Elementi come il mantenimento della qualità dell’aria, la ventilazione e l’isolamento termico e acustico fanno la differenza e in tal senso esistono sul mercato una serie di materiali, anche di finitura, utili a raggiungere questi obiettivi.

DESIGN BIOFILICO

Il design biofilico è un tipo di design che riconosce la necessità di includere elementi naturali negli interni, con l’obiettivo di ripristinare la connessione tra gli esseri umani e la natura, in modo da disegnare il futuro attraverso un nuovo equilibrio con la natura e inventare modi di vita sempre più sostenibili. Un esempio su tutti? Il Welcome, feeling at work, l’ufficio biofilico del futuro, progetto voluto dalla piattaforma indipendente Europa Risorse a firma Kengo Kuma and Associates, che sorgerà a Milano nel 2024 nell’ex area Rizzoli, vicino al parco Lambro. E che si proporrà come il più avanzato intervento ecologico in Europa, grazie alle certificazioni Well Platinum per la salute e il benessere delle persone e LEED Platinum per l’efficienza energetica, al rispetto delle linee guida anti Covid-19 (Ashrae, Rheva, Aicarr e Rapporto ISS), alla circolarità nei materiali da costruzione, all’assenza di combustibile fossile e alla resilienza ai cambiamenti climatici per un futuro clima-neutro.

«La sostenibilità è il tema principale del nostro futuro e una responsabilità sociale per qualsiasi settore e società – dichiara Yuki Ikeguchi, partner di Kengo Kuma and Associates –. Gli elementi naturali nell’architettura, come vegetazione, luce, aria e legno stimolano i sensi e fanno la differenza sul posto di lavoro, sullo stile di vita e migliorano la salute fisica e mentale, oltre che la produttività».

Il design biofilico, insomma, punta al benessere delle persone e del pianeta, e anticipa la città del futuro: green, iperconnessa e al servizio della conoscenza e delle persone.

 

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