PROGETTARE IL RISPARMIO IDRICO PER UN FUTURO SOSTENIBILE

Daniele Menichini / 2 Aprile 2024 / Magazine

L’acqua, insieme a materiali, energia, emissioni CO2, Life Cicle Assesment e circolarità, è uno dei sei punti fondamentali nello sviluppo di un progetto e il risparmio idrico è, oggi più che mai, una priorità per la progettazione e l’architettura. Tecnologie avanzate per l’efficienza idrica e alcune strategie di design possono favorire un uso responsabile dell’acqua ma per farlo è importante analizzare il ruolo dei punti di erogazione e dei sistemi di approvvigionamento, di riciclo e di trattamento delle acque reflue per una gestione intelligente delle risorse idriche. Altrettanto strategico è capire come coinvolgere ed educare la comunità, al fine di creare un futuro sostenibile in cui il risparmio idrico si integra con le energie rinnovabili. La qualità dell’acqua e la rivalutazione di questa risorsa sono oggetto della missione n.6 degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, sancita durante la Conference of Parts di Parigi nel 2015 proprio a dimostrazione della necessità di un cambio di passo e di approccio nell’utilizzo della risorsa idrica per migliorarne la qualità e soprattutto la disponibilità. Anche l’edilizia e il comparto delle costruzioni non possono esimersi dal confronto con il tema così come architetti, geometri e ingegneri devono attentamente progettare gli edifici in ottica di risparmio idrico.

Progettare il risparmio idrico per un futuro sostenibile

IL RUOLO DELLA PROGETTAZIONE

Nella progettazione, nella realizzazione o nella ristrutturazione di un edificio è essenziale tenere ben presente la classificazione delle acque che confluiscono nel bilancio globale della gestione idrica di un edificio. L’acqua consumata dagli abitanti dell’edificio è quella che consideriamo primaria poiché viene utilizzata nella quotidianità traducendosi anche in un costo in bolletta che impatta sulla gestione dell’edificio. Parte della responsabilità del consumo idrico ricade sul singolo utente che può adottare comportamenti virtuosi nell’uso di elettrodomestici (lavatrici e lavastoviglie) e nella gestione della frequenza di utilizzo dell’acqua per scopi alimentari o igienici; ma il risparmio della risorsa idrica non può essere legato solo alla volontà del singolo, bensì deve trasformarsi in una questione progettuale e costruttiva che coinvolge gli impianti e la loro corretta realizzazione, la scelta di dispositivi di erogazione e di componenti che garantiscano una performance efficiente dell’acqua all’interno dell’edificio. L’acqua va pensata, poi, come una risorsa a livello più diffuso: si trova nei materiali che scegliamo per costruire, nel processo produttivo, nel cantiere, nelle scelte impiantistiche. Sin dall’inizio delle scelte progettuali dobbiamo interrogarci su quanta di quest’acqua possiamo “non sprecare” nel ciclo di vita dell’architettura, rendendola funzionale a ognuno dei suoi momenti. Questo non significa impoverire il progetto, anzi, vuol dire dare un valore a ciascuno dei suoi elementi con scelte intelligenti e ponderate che vanno oltre la pura estetica. I committenti del futuro saranno le giovani generazioni che guarderanno oltre la facciata, ci chiederanno quale sarà il tasso di sostenibilità del nostro progetto e noi dovremo saper dare le giuste risposte, anche, e soprattutto, sull’acqua. Vediamo insieme alcuni spunti di riflessione.

 

SOLUZIONI PER OTTIMIZZARE IL BILANCIO IDRICO DELL’EDIFICIO

Il risparmio idrico nella progettazione degli edifici è un aspetto sempre più decisivo in ottica di sostenibilità e l’obiettivo principale è ridurre al minimo il consumo d’acqua, ottimizzando l’efficienza.

Il primo elemento su cui si deve intervenire a livello progettuale sono i punti di erogazione negli edifici e la loro portata. È bene, quindi, considerare soluzioni per ridurre il consumo d’acqua nei sistemi di approvvigionamento. Una delle tecniche più efficaci per raggiungere questo obiettivo è l’installazione di sanitari a scarico ridotto e di dispositivi a basso flusso (rubinetti e docce a risparmio idrico) dotati di un meccanismo interno che limita la quantità di acqua erogata senza compromettere la pressione. Questi dispositivi sono progettati per ridurre il flusso d’acqua senza pregiudicare la qualità d’uso e il comfort dell’utente. In aggiunta, per limitare lo spreco d’acqua, si possono installare dei sensori di movimento che attivano l’erogazione solo quando necessario, evitando inutili sprechi. Fino ad almeno 5 anni fa la portata media di un rubinetto si aggirava attorno ai 10 litri al minuto e ciò significava che, ad esempio, per una doccia di 5 minuti il consumo di acqua era pari a circa 50 litri ovvero, per dare velocemente una idea, 25 bottiglie di acqua potabile. Oggi grazie alle nuove tecnologie la portata dei miscelatori è stata ridotta a circa 5 litri al minuto e quindi automaticamente si dimezzano i consumi. Riducendo consapevolmente il consumo di acqua si ottiene poi anche un risparmio energetico dato che l’acqua generalmente è riscaldata. Riducendo il bilancio globale della risorsa acqua da consumo puntuale si minimizzano gli impatti ambientali sul sistema delle fognature e di smaltimento dei liquami reflui proprio perché si va a ridurre il cosiddetto carico urbanistico. In molti Paesi la riduzione sia dell’acqua in entrata nell’edificio sia quella in uscita porta anche a una premialità in termini di riduzione delle imposte.

Ci sono poi diverse soluzioni disponibili per ridurre il consumo d’acqua nei sistemi di approvvigionamento degli edifici. Siamo abituati a prelevare la risorsa acqua dalla rete idrica del gestore locale e introdurla nell’edificio per poi utilizzarla e scaricarla nella rete di fognatura sempre del gestore locale. Cosa si può fare per impattare meno sulle reti?

Recupero acque piovane

L’acqua in ingresso nei nostri edifici proviene dall’acquedotto, ma possiamo sfruttare anche l’acqua piovana a disposizione inserendo nel progetto dei sistemi di captazione e stoccaggio di queste acque. Per essere più sostenibili e meno impattanti sulla risorsa pubblica possiamo dotare i nostri edifici di sistemi di accumulo e trattamento che ci consentano di immagazzinare acqua e renderla disponibile alle nostre utenze. I sistemi di raccolta, recupero e riutilizzo delle acque piovane immagazzinano la pioggia dai tetti in appositi serbatoi, una volta filtrata può essere poi utilizzata per irrigare i giardini o riempire i serbatoi delle toilette, una pratica che riduce la dipendenza dalle fonti idriche tradizionali e il consumo di acqua potabile non necessaria. Non è certo facile in un edificio esistente, se non sottoposto a ristrutturazione pesante, poter adottare questi sistemi ma lo è quando si parla di nuove costruzioni o di rigenerazione urbana. Attraverso, ad esempio, tetti verdi o pluviali discendenti si riesce a ottenere un triplice effetto benefico: la raccolta delle acque piovane, la mitigazione dei danni delle bombe d’acqua – ormai sempre più frequenti – con il contenimento degli allagamenti delle aree urbane durante le forti piogge e la riduzione dell’effetto isola di calore.

Anche il design per l’outdoor può favorire l’uso responsabile dell’acqua: ad esempio la creazione di spazi verdi per favorire l’infiltrazione delle acque piovane nel terreno, riducendo così il carico sul sistema fognario. Si suggerisce l’installazione di sistemi a goccia per fornire l’acqua direttamente alle radici delle piante, limitando così gli sprechi causati dalla dispersione nell’ambiente circostante; i sensori di umidità per le piante permettono, inoltre, di irrigare solo quando necessario.

L’acqua in uscita dai nostri edifici è convogliata nelle fognature direttamente con scarico indistinto tra le acque provenienti dai sanitari e quelle provenienti invece da cucine, docce, lavabi, bidet e lavatrici. Negli edifici esistenti, non sottoposti a ristrutturazione pesante, è abbastanza complesso riuscire a cambiare la dinamica, ma sicuramente nella nuova costruzione o nella rigenerazione urbana si possono ottenere buoni risultati. Qual è il risultato che ci si aspetta in termini di riduzione dei consumi idrici in questo caso? Se si va a separare le acque nere dalle acque grigie (quelle saponose) inserendo nell’edificio due sistemi di scarico separati che corrono in parallelo, si potranno andare a scaricare in fognatura le acque nere, che devono essere smaltite come liquame refluo, e convogliare le acque grigie in depositi che attraverso la loro disoleazione possono rendere disponibile l’acqua per un uso non potabile come annaffiare i giardini, alimentare le cassette di scarico dei wc o lavare le superfici esterne riducendo la quantità di acqua normalmente prelevata dalla rete per queste funzioni. L’implementazione di tali sistemi richiede una progettazione adeguata degli edifici, con la previsione di spazi e infrastrutture dedicate al trattamento delle acque reflue.

Interessante è poi l’applicazione di tecnologie per il monitoraggio del consumo idrico negli edifici. I sistemi di telelettura consentono una rilevazione automatica dei contatori dell’acqua e forniscono dati sul consumo in tempo reale che possono aiutare a identificare perdite o sprechi e adottare misure correttive tempestive.

Queste sono solo alcune delle strategie che possono essere adottate per garantire un uso responsabile delle risorse idriche negli edifici ma rappresentano un importante strumento per promuovere un uso sostenibile e responsabile dell’acqua negli edifici. Tuttavia, è d’obbligo notare che l’adozione di queste tecnologie richiede una pianificazione accurata e un investimento da parte della committenza. Pertanto, è fondamentale che gli architetti, gli ingegneri e gli amministratori degli edifici siano capaci di identificare le migliori soluzioni da implementare per l’efficienza idrica.

Sintetizzando le azioni concrete che la progettazione dovrebbe mettere in atto sono:

  • porre attenzione alle portate delle rubinetterie oltre alla scelta estetica;
  • proporre sanitari e cassette di scarico che garantiscano un controllo del flusso per ogni cacciata; progettare sistemi di captazione, raccolta, stoccaggio e trattamento delle acque piovane;
  • inserire nel progetto sistemi di gestione separata degli scarichi reflui e per il trattamento e la reintroduzione nella rete domestica;
  • selezionare componenti, elettrodomestici e prodotti in base alla loro classe energetica e al loro consumo medio.

Il messaggio da diffondere ai progettisti ma anche ai produttori e costruttori è che le scelte in tema di gestione idrica, compiute in fase progettuale, devono riconfermarsi anche nel progetto esecutivo, nella scelta dei materiali, nello sviluppo del cantiere, nella comunicazione del valore dell’acqua al committente che dovrà fare la giusta manutenzione dei sistemi predisposti.

Strategie e riflessioni sulla riduzione del consumo d’acqua negli edifici

COINVOLGERE ED EDUCARE AL RISPARMIO IDRICO

Sensibilizzare le persone sull’uso responsabile dell’acqua può contribuire a creare una maggior consapevolezza sulle problematiche legate alla sua limitata disponibilità e alle conseguenze ambientali ed economiche del  suo spreco. Per educare la comunità è necessario fornire informazioni chiare e accessibili sulle strategie di risparmio idrico, spiegando i vantaggi che derivano da un consumo consapevole. Si possono organizzare incontri pubblici, workshop o corsi di formazione che coinvolgano esperti del settore e testimonianze di successo di coloro che hanno adottato pratiche di risparmio idrico in progettazione.

Inoltre, è possibile promuovere campagne di sensibilizzazione per illustrare i dati sul consumo d’acqua e mettere in evidenza le soluzioni innovative adottate negli edifici per ridurre il suo utilizzo.

Altrettanto funzionale è educare i giovani nelle scuole: si può insegnare ai bambini e agli adolescenti come utilizzare l’acqua in modo responsabile e sostenibile, incoraggiandoli a condividere queste conoscenze con le loro famiglie e amici. Coinvolgere la comunità è la chiave di volta per promuovere comportamenti sostenibili ma anche per rendere il cliente finale più informato e predisposto a una cultura del risparmio idrico anche nelle scelte che riguardano la ristrutturazione della casa.

L’AUTORE

Daniele Menichini, architetto e autore della redazione di Infoprogetto

Daniele Menichini, architetto e autore della redazione di InfoprogettoArchitetto e designer, nato a Engelberg in Svizzera nel 1968, nel 1995 si laurea alla Facoltà di Architettura di Firenze e nel 1996 fonda il suo studio che si occupa di progettazione, interni, allestimenti, design, comunicazione visiva e art direction nell’arredamento home e contract. Presidente dell’Associazione Culturale Green Hub e della Sezione Toscana dell’Istituto Nazionale di architettura, è visiting professor della School of Architecture Planning and Design di Benguirr (Marocco) e membro della task force Obiettivi Sviluppo Sostenibile Agenda 2030 ONU dell’Unione Internazionale Architetti. È stato parte del team curatoriale del Padiglione Italia “Comunità Resilienti” alla 17ª Mostra Internazionale di Architettura Biennale di Venezia e dell’evento collaterale Students as researchers nella successiva 18ª edizione della Biennale. È membro di “Peccioli Forum, incontri sulla biodiversità sociale” e del gruppo curatoriale di We are out of time sostenuto da Architetture Sostenibili per i luoghi della cultura e promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero italiano della Cultura.

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