Archichef, l’architettura in cucina

Michela Pesenti / 1 Luglio 2016 / Stili e Novità

Archichef, ovvero quando l’architettura incontra la cucina. Vi avevamo già raccontato  in un post del mese scorso (lo potete leggere qui) di come il Gruppo C14 avesse tradotto lo spirito dello studio di architettura in ingredienti gourmet, raccontandosi attraverso una ricetta ironica. Ma non sono i soli a essersi cimentati in questa sfida: ad aprile è andata in scena a Milano l’edizione 2016 di ArchichefNight, manifestazione che ha visto cinque studi di architettura affrontarsi ai fornelli presentando un piatto che li rappresentasse.

 

I protagonisti della tappa milanese sono stati, oltre al Gruppo C14,  Alberto Gigli Architetto, Progetto CMR, DINN! e Peter Pichler Architecture.

Alberto Gigli, architetto conosciuto per aver realizzato i negozi di marchi di moda come Prada e Gucci, in collaborazione con l’architetto Stefano Scianamè, ha ideato e servito “Il Naviglio levante”, un immaginario canale navigabile, una nuova via che conduce da Milano al mare Adriatico. Una lasagnetta fatta con pasta fillo, delicatissima sottilissima e quasi trasparente, colorata con sciroppo di zafferano, ripieno di crema di ricotta di capra, cima di rapa, finocchietto selvatico e timo, un rametto di salvia essiccata o fritta a ricordare il Trabucco, (struttura lignea per la pesca dalla terraferma) un rivolo di brodetto di pesce all’anconetana a ricordare il mare.

 

 

Progetto CMR, studio internazionale fondato dall’architetto Massimo Roj e conosciuto per aver realizzato la nuova sede della Gazzetta dello Sport e aver lavorato sul progetto di riqualificazione delle Torri Garibaldi a Milano, ha invece preparato “La strana coppia” un piatto con caviale di pepe e limone
 su tartare di ricciola al profumo di arancia e finocchio. La coppia formata dall’ingegnere Alessandro Speccher e dall’architetto Paolo Cardin per il proprio piatto ha preso ispirazione da tre temi che sono alla base dello studio: «Suscitare lo stupore del commensale attraverso l’insolito caviale di limone, poi l’universalità del cibo, pensato per accontentare tutti, anche gli intolleranti e, infine, cucina fusion, globale, perché lo studio è presente in 13 paesi del mondo», ha spiegato Speccher in un’intervista.

 

«In cucina ci ha ispirato la flessibilità e l’aspetto creativo e divertente, in grado di creare un’esperienza innovativa a cena, lo stesso pacchetto che offriamo ai nostri clienti», hanno raccontano Andrea Borsetto, direttore creativo, e Marco De Carli, uno dei fondatori di DINN!, società italiana di innovazione e design. In tavola hanno portato “The DINN!er”, un risotto neutro servito con quattro opzioni di ingredienti da mantecare a proprio piacimento sulla base di quattro gusti:

– Italiano Deciso: Seppia, Asparagi & Arancia;

– Italiano Delicato: Crudo di Gambero Blu Australiano, Vaniglia & Limone;

– Fusion Delicato: Ricciola, Alga Wakame & Sakè;

– Fusion Deciso: Salmone, Avocado & Wasabi.

 

Infine Peter Pichler Architecture, famoso per la Mirror House a Bolzano, ha servito la “Torta Sacher scomposta”: seguendo la filosofia innovativa e contemporanea dello studio, basata sull’integrazione tra architettura e paesaggio circostante, il dessert è stato scomposto nei suoi ingredienti pan di spagna, cioccolato, albicocca, menta e vodka. Ogni elemento è stato riportato nel piatto in una composizione studiata con cura, in modo che il commensale mangiandolo ricomponesse l’insieme dei gusti. «Nel nostro studio facciamo molta ricerca per i nostri progetti – ha spiegato l’architetto – così per questo dolce, io e il collega Matteo Maria Savoia, abbiamo sperimentato diverse geometrie unite insieme per ottenere un dolce apparentemente scomposto».

 

Se per voi queste ricette sono paragonabili a grandi opere di architettura e volete saperne di più sulle tappe future dell’evento ArchichefNight potete cliccare qui.

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