Architetture a regola d’arte al MAXXI di Roma

Michela Pesenti / 27 Gennaio 2023 / Stili e Novità

In corso fino al 15 ottobre 2023 al MAXXI di Roma, Architetture a regola d’arte è la mostra a cura di Luca Galofaro con Pippo Ciorra, Laura Felci, Elena Tinacci che esplora il rapporto poetico e creativo tra architetti e artisti.

Oltre 400 opere tra modelli, documenti e disegni, progetti, allestimenti, fotografie, carteggi di alcuni grandi protagonisti dell’architettura del ‘900: BBPR, Costantino Dardi, Vincenzo Monaco e Amedeo Luccichenti, Luigi Moretti tra big dell’architettura italiana i cui archivi professionali sono custoditi nella Collezione del MAXXI Architettura.

Autori e stili diversi, accomunati da una continua contaminazione tra arte e architettura che viene mostrata in questa esposizione di allestimenti storici e opere degli artisti più significativi con cui gli architetti hanno collaborato, tra cui Saul Steinberg, Costantino Nivola, Daniel Buren, Giuseppe Capogrossi, Pietro Consagra, Antonio Corpora, Nino Franchina, Giulio Paolini, Gino Severini e Giuseppe Uncini.

 

Il visitatore può così scoprire le architetture che accolgono e si intergrano con importanti opere d’arte dello Studio Monaco-Luccichenti; le spettacolari mostre allestite da Costantino Dardi in dialogo con critici, artisti e persino registi; l’amore per l’arte di Luigi Moretti, conoscitore, appassionato ed esperto, raffinato collezionista e gallerista. Esposti inoltre, per la prima volta, materiali dell’Archivio BBPR, appena acquisito in comodato. Ne emerge un quadro emozionante del sodalizio tra architetti e artisti che ha caratterizzato una fase cruciale della storia culturale del paese.

La mostra in dettaglio

Il percorso di articola in una sequenza di quattro stanze, ciascuna dedicata a uno studio di architettura di cui vengono raccontati i progetti, la storia e la relazione con gli artisti. Ne emergono approcci, linguaggi e materiali molto diversi, uniti tutti dal filo sottile della ricerca espressiva e spaziale. Le quattro stanze sono collegate tra loro da uno spazio intimo e privato, dove l’immaginario personale di ogni singolo autore prende forma in una sequenza di immagini sospese e discontinue, che anticipano e orientano la lettura dei progetti maggiori esposti nelle sale più grandi. Delle piccole wunderkammer che ospitano lettere personali come quelle di Uncini a Dardi, di Severini a Monaco o ancora immagini, schizzi, fotografie che svelano la personalità di ciascun architetto e le sue amicizie.

Il percorso inizia dall’ambiente dedicato allo Studio BBPR, con un focus sul progetto di restauro e musealizzazione del Castello Sforzesco a Milano. Danneggiato dai bombardamenti del 1943, il castello diventa grazie al lavoro di BBPR uno tra i primi e i più importanti tra gli interventi di questo genere realizzati in Italia nel secondo dopoguerra. Al centro della stanza, la ricostruzione in scala reale dello spazio in cui fu allestita a Milano la michelangiolesca Pietà Rondanini, con un calco della Pietà stessa prestato dal museo tattile Omero di Ancona. Poi il racconto del negozio Olivetti a New York, gli allestimenti alla Triennale di Milano del 1951 – tra cui il Labirinto dei ragazzi con Alexander Calder e Saul Steinberg – e il progetto per il memoriale di Auschwitz.

 

Nello spazio dedicato a Costantino Dardi un traliccio “ispirato” agli allestimenti dardiani accoglie le opere, dialogando con la scultura di Uncini al centro della sala e con gli altri progetti esposti. Tra questi spiccano il progetto per il concorso per il Padiglione italiano all’Expo di Osaka 70 e la sistemazione del Palazzo delle Esposizioni a Roma nel 1982. Troviamo anche le incisioni di Dardi esposte nel 1980 alla A.A.M. (Architettura Arte Moderna) insieme con quelle di Giulio Paolini e che qui sono messe in dialogo con l’opera di Paolini Senza Titolo della Collezione MAXXI Arte, esposta per la prima volta al MAXXI. Esposte, inoltre, immagini della celebre mostra di Achille Bonito Oliva Avanguardia Transavanguardia ’68-’77, allestita da Dardi sulle Mura Aureliane.

 

Nella sala dedicata a Monaco-Luccichenti troviamo tra gli altri materiali le fotografie commissionate dal MAXXI a Giovanna Silva, che ritraggono gli interventi artistici realizzati per i progetti dei due architetti romani da autori di grande importanza. Tra le immagini, spicca quella del tetto della sede di Confindustria con la pavimentazione realizzata su disegno di Capogrossi, autore anche di un quadro con dedica a Vincenzo Monaco esposto in mostra. Esposte inoltre opere di Nino Franchina, Gino Severini, Giuseppe Capogrossi, Antonio Corpora, artisti tutti con cui Monaco e Luccichenti hanno collaborato.

 

Protagonista della stanza di Luigi Moretti il suo film su Michelangelo. Sulle pareti e nelle teche disegni e modelli che testimoniano il suo studio accurato e personale dei maestri del passato. Accanto a questi il rapporto tra Moretti e suoi contemporanei, che prendeva forma sulle pagine della rivista Spazio e sulle pareti dell’omonima galleria d’arte. L’architettura di Moretti compare nella mostra in modo inatteso, con le immagini della mitica Contemporanea allestita nel 1973 da Piero Sartogo nel parcheggio di Villa Borghese realizzato da Luigi Moretti.

 

Il percorso di mostra si chiude quindi ancora con Michelangelo attraverso il film di Luigi Moretti. A lui è simbolicamente affidata dai curatori la sintesi più eloquente di quella profonda relazione tra arte e architettura che la mostra ha voluto mettere in scena.

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