Aria e “sindrome dell’edificio malato”: le piante che depurano l’aria

Francesca Negri / 6 Gennaio 2015 / Stili e Novità

Quante volte vi sarà capitato di soffrire di cefalee, irritazione delle vie respiratorie o allergie all’interno di uno specifico edificio o magari dentro casa vostra.
Succede perché a volte, a causa della cattiva ventilazione o della presenza di elementi di origine chimica, l’aria che respiriamo tra le mura domestiche o in ufficio può arrivare a essere tre volte più nociva di quella che inaliamo per strada. Si definisce inquinamento indoor e le cause possono essere ricondotte alle tossine presenti negli ambienti interni e che provengono da materiali e oggetti a volte insospettabili.

I primi sono i materiali sintetici e chimici utilizzati nella costruzione e nell’isolamento che non lasciano traspirare l’edificio intrappolando all’interno i Volatile Organic Compound (composti organici volatili), una delle principali cause di muffe e condensa. Altri esempi di sostanze nocive come la formaldeide si trovano contenuti nella colla dei mobili in truciolato oltre che in alcune schiume isolanti; benzene e xilene sono presenti negli adesivi, nei coloranti, nelle vernici e nei pannelli di compensato. La lunga esposizione a queste sostanze di varia natura, può causare malesseri che vengono inclusi nei sintomi della Sindrome da edificio malato SBS – “Sick Building Sindrome” patologia già riconosciuta nel 1984 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ed esaminata nel 2012 da uno studio condotto dall’Università di Sheffield.

La Sindrome dell’edificio malato, che coinvolge il 20% della popolazione in Occidente secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha una cura che si chiama SMT, gli schermi e le membrane traspiranti. «Gli SMT – fa sapere il presidente di AISMT (Associazione Italiana Schermi e Membrane Traspiranti) e amministratore delegato di Dorken Italia, Gabriele Nicoli – giocano un ruolo chiave nella cura della Sindrome dell’edificio malato. In caso di nuova costruzione come in caso di ristrutturazione, gli SMT sono in grado di regolare la corretta traspirazione dell’edificio, mantenendo gli isolamenti asciutti e, di conseguenza, perfettamente funzionanti (un isolamento bagnato annulla quasi del tutto la sua utilità). Collaborano inoltre con gli impianti dell’edificio, consentendo di utilizzare in modo più calmierato riscaldamento e raffrescamento, grazie alla loro capacità di trattenere il calore d’inverno dall’interno, mentre dall’esterno hanno la funzione di schermare dai raggi solari e quindi di mantenere l’edificio più fresco (anche di 2 gradi in meno). Gli accessori, inoltre, come bande adesive e colle sigillanti, consentono di intervenire sul già posato correggendo eventuali difetti di progettazione e/o posa, responsabili di ponti termici, condense e muffe che tanto sono coinvolte nella Sindrome dell’edificio malato».

Questi geotessuti altamente tecnologici hanno anche un ruolo culturale e sociale. Ne è convinto Mario Verduci, segretario generale di Federcomated, la Federazione nazionale di Confcommercio che raggruppa 8mila rivenditori italiani di materiali da costruzione. «Questi sistemi e prodotti – dice Verduci – hanno un grande valore culturale e sociale, contribuendo alla salute delle persone. La produzione edilizia riguarda in primis i privati, prima ancora dei professionisti, per cui c’è una grande necessità di informare e formare tutti i cittadini. La funzione industriale non è mera a se stessa quando parliamo di costruzioni, perché, come possiamo vedere grazie ad AISMT, l’edilizia sconfina persino nella sanità». La presenza di Verduci alla conferenza stampa di AISMT dal titolo “La Sindrome dell’edificio malato e la cura della traspirazione”, tenutasi al Circolo della Stampa di Milano, sottolinea la grande importanza del tema per tutta la filiera edile e in particolar modo per i distributori di materiali edili oggi sempre più attenti alle esigenze etiche e sanitarie, oltre che di sostenibilità ambientale. Tre caratteristiche racchiuse negli SMT. Clicca qui per maggiorni informazioni e per scaricare le guide tecniche dell’AISMT.

La soluzione per combattere l’inquinamento indoor?

Fare interventi edili bonificatori, in fase di costruzione o ristrutturazione dell’edificio, adottare le linee guida della bioedilizia con sistemi tecnologici ecocompatibili che rispettino l’ambiente e la nostra salute: vernici ad acqua, materiali traspiranti, isolanti di origine naturale come il sughero.

Nel nostro piccolo però anche noi inquilini possiamo munirci di armi efficaci: esistono infatti alcune specie vegetali “spazzine” che agiscono da disinquinanti e ripuliscono l’ambiente. La conferma arriva anche dalla NASA che per prima ha effettuato studi sul beneficio delle piante per lo smaltimento dell’anidride carbonica nelle navicelle spaziali.

Tra le piante d’appartamento più indicate per contrastare la formaldeide e l’ammoniaca ci sono Chamaedorea, Clorofitum, Dracaena, Filodendro. Per fumo e disinfettanti è consigliato il Ficus Benjamina, per contrastare i composti organici volatili in forma di vapore come benzene, xilene, toluene, tricoloetilene sono utili Sansevieria, Aglaonema, Aloe, Edera, Gerbera, Spatifillo, Anthurium e Syngonium.

Ma non correte ad affollare gli ambienti con troppe piante perché per lavorare al meglio ogni pianta di medie dimensioni deve avere un raggio di 2 metri circa.

Chamaedorea elegans, indicata per purificare l'aria dall'ammoniaca.
Chamaedorea elegans, indicata per purificare l’aria dall’ammoniaca.
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