Sarà firmato da Mario Cucinella il Padiglione Italiano della 16esima Mostra Internazionale di Architettura di Venezia. Nel 2018, all’interno della manifestazione curata da Yvonne Farrell e Shelley McNamara che raccolgono il testimone di Alejandro Aravena, il team guidato dall’architetto bolognese proporrà un grande laboratorio dinamico sul tema “Arcipelago Italia” che punterà l’attenzione sulle aree interne del nostro Paese, aree che per estensione e stratificazione storico-culturale sono esemplificative dell’identità italiana.
«Arcipelago Italia – spiega l’architetto Cucinella – diventa l’occasione per ridare centralità alle espressioni della qualità in architettura, che non può prescindere dall’empatia con i luoghi, preferendo la giusta misura ai gesti grandiosi e tenendo conto della fattibilità del progetto. La riflessione si sviluppa a partire dalla lettura scientifica del territorio sulla base di quattro tematiche trasversali: architettura e paesaggio, infrastrutture, società ed economia».
Tutto questo si declinerà attraverso una selezione di una trentina di progetti che promuoveranno risposte ai bisogni dell’abitare, del connettere, del condividere e del progredire. «Quello di Cucinella – ha sottolineato il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini – è un progetto innovativo e ambizioso che tra le altre cose ha il merito di accendere i riflettori della comunità internazionale sull’Italia centrale colpita dal sisma, sulla sfida della ricostruzione e la valorizzazione dell’Appennino».
Arcipelago Italia, specifica ancora Cucinella, si basa su un’idea semplice: «Il nostro è un territorio unico, da noi anche la montagna è uno spazio urbano, anche i centri più piccoli, con le loro piazze e i palazzi delle istituzioni sono spazi urbani, una cosa che in altri Paesi non è così scontata. Da qui la decisione di raccontare una storia “delle reti di città”, il modello italiano di territorio, che è un modello interessante e anche una grande economia di paese». L’auspicio è quello di riuscire a estendere i confini del Padiglione Italia oltre la dimensione spaziale tradizionale, attivando «una relazione biunivoca con il territorio, con il coinvolgimento concreto delle comunità locali».