Biennale di Architettura: come sarà l’edizione 2021

Michela Pesenti / 23 Aprile 2021 / Stili e Novità

Dopo lo stop di un anno dovuto al Covid, il 22 maggio aprirà finalmente i battenti la Biennale di Architettura di Venezia: fino al 21 novembre si potranno ammirare le opere selezionate dall’architetto libanese Hashim Sarkis, curatore della mostra, che saranno esposte ai Giardini, all’Arsenale e a Forte Marghera.

L’edizione 2021, dal titolo How will we live together?, vedrà protagonisti 112 partecipanti provenienti da 46 diversi Paesi, con uguale rappresentanza di uomini e donne. Cinque le aree tematiche in cui si articola il percorso espositivo, di cui tre allestite all’Arsenale e due al Padiglione Centrale: Among Diverse Beings, As New Households, As Emerging Communities, Across Borders e As One Planet.

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Saranno invece 63 le partecipazioni nazionali che animeranno gli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia, con quattro Paesi presenti per la prima volta alla Biennale di Architettura: Grenada, Iraq, Uzbekistan e Repubblica dell’Azerbaijan.

Il programma della mostra sarà poi arricchito da alcune partecipazioni fuori concorso, come il progetto speciale di Studio Other Spaces (rappresentato da Olafur Eliasson e Sebastian Behmann) o Stations + Co-Habitats, e da numerosi eventi collaterali tra cui i Meetings on Architecture, ovvero incontri con architetti e studiosi di tutto il mondo. Una serie di appuntamenti in cui si cercherà di rispondere alla domanda How will we live together? in una serie di dialoghi sulle nuove sfide che il cambiamento climatico pone all’architettura, sul ruolo dello spazio pubblico nelle recenti rivolte urbane, sulle nuove tecniche di ricostruzione e le forme mutevoli dell’edilizia collettiva; sull’architettura dell’educazione e l’educazione dell’architetto, sul rapporto tra curatela e architettura.

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«Poniamo la domandaHow will we live together? agli architetti perché non siamo soddisfatti delle risposte oggi offerte dalla politica. Nel contesto della Biennale Architettura poniamo questa domanda agli architetti perché crediamo che abbiano la capacità di dare risposte più stimolanti di quelle che la politica ha finora offerto in gran parte del mondo. La poniamo agli architetti perché hanno la grande abilità di attirare diversi attori ed esperti nel processo di progettazione e costruzione. La poniamo agli architetti perché noi, come architetti, ci preoccupiamo di dare forma agli spazi in cui le persone vivono insieme e perché spesso immaginiamo questi ambienti in modo diverso dalle norme sociali che li dettano» ha spiegato il curatore della Biennale Hashim Sarkis.

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