Come trasformare una cartiera in distilleria?

Francesca Negri / 26 Ottobre 2014 / Stili e Novità

Lo studio Heatherwick ha completato il progetto di recupero e rinnovo della distilleria di gin Bombay Sapphire, nel sud dell’Inghilterra, famosa per il suo gin. La realizzazione di una sede unica dedicata alla distilleria è stata l’occasione per consolidare la produzione e migliorare l’efficienza dell’azienda, situata nel villaggio di Laverstoke proprio sul fiume Test.

Brevi cenni storici del contesto
Originariamente il sito era occupato da un mulino. Nel 1718 viene acquistato da Henry Portal che vi sviluppa una cartiera per la fabbricazione di carta da banconote. Nel corso dei due secoli successivi sull’area si realizza un complesso industriale tentacolare con una serie di fabbricati quali la casa del proprietario del mulino, i cottage per i lavoratori e il mulino principale, edifici tuttora esistenti e soggetti a vincolo di tutela.In tutto sul sito sono stati realizzati, in modo pressoché casuale, oltre 40 edifici, mentre il fiume Test, che vi scorreva attraverso, è stato ridotto e quasi del tutto interrato in un condotto in cemento.

L’intervento
Affrontando questa situazione, i progettisti hanno voluto portare chiarezza e riqualificare gli edifici storici esistenti, oltre a svelare il fiume Test affinché divenisse il tracciato attorno al quale organizzare tutto lo spazio.

Imagin - Cocktailbar - Bombay Sapphire - Fever-tree - Knokke

Il nuovo master plan è stato quindi disposto a partire dalla realizzazione di un cortile centrale che funziona come punto focale. Con la collaborazione delle agenzie governative English Heritage e English Nature, inoltre, sono stati ripristinati 23 edifici storici rimuovendo 9 delle più recenti strutture industriali, mantenendone comunque alcune tracce.

E’ nata così una distilleria che mostra l’arte el’esperienza alla base di ogni elemento del gin. La tecnica di produzione è effettuata secondo una ricetta ideata nel 1761 attraverso l’infusione del gin nei vapori di dieci erbe e spezie sia tropicali che mediterranee. È stato deciso quindi di coltivare in sito tali spezie adottando le strutture tipiche delle serre botaniche inglesi, in un disegno che, connesso alle strutture storiche, intreccia due nuove serre vetrate nel cortile centrale. Questi spazi sfruttano l’eccesso di calore derivato dal ciclo di distillazione per ricreare il microclima adatto a un centinaio di specie di piante e di erbe  che forniscono l’ecosistema necessario alla crescita delle spezie.

La distilleria ha di recente aperto al pubblico, ricevendo un’eccezionale classificazione dall’istituto Breaam  (Building Research Establishment Environmental Assessment Methodology) per il suo design: ciò ne fa sia la prima distilleria che il primo progetto di ristrutturazione ad aver mai ottenuto questo riconoscimento.

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