I 13 progetti italiani candidati agli Eu Mies Award 2024

Michela Pesenti / 17 Novembre 2023 / Stili e Novità

Si conosceranno solo ad aprile i vincitori dell’edizione 2024 dei Premi Mies van der Rohe, istituiti per riconoscere e valorizzare gli esempi virtuosi di architettura contemporanea realizzati in Europa. Alla diciottesima edizione del premio sono stati candidate 362 opere, realizzate in 38 diversi paesi del nostro continente, da cui la giuria selezionerà una prima rosa di 40 progetti tra cui verranno individuati i finalisti e quindi i vincitori.

Il ciclo 2024 rifletterà le sfide attuali che cittadini, architetti, clienti, sviluppatori, decisori politici e altri professionisti devono affrontare nel contesto del Green Deal europeo. Gli obiettivi principali sono raggiungere una comprensione approfondita della trasformazione dell’ambiente costruito in Europa; riconoscere e lodare l’eccellenza e l’innovazione nel campo dell’architettura; realizzare un ambiente più sostenibile, scambiando idee ed esperienze su nuovi approcci alla sostenibilità – promuovendo la consapevolezza ambientale, sociale ed economica attraverso l’architettura, l’architettura del paesaggio, la pianificazione urbana e il design, nonché la collaborazione con altri campi culturali, le arti e la comunicazione .

I PROGETTI ITALIANI

Sono tredici i progetti italiani che sono stati selezionati per l’edizione 2024 del premio:

LUXOTTICA DIGITAL FACTORY, PARK ASSOCIATI 

A Milano, in zona Tortona, lo studio Park Associati ha eseguito un importante intervento di retrofitting di un complesso industriale trasformandolo nella Digital Factory di Luxottica. Una reinterpretazione dell’edificio esistente di cui sono stati mantenuti i volumi principali e il carattere, aggiungendo però elementi contemporanei di alta qualità sia in facciata sia all’interno, trasformando il tutto in un contenitore aperto e flessibile dove storia, cambiamento e creatività si fondono. Il progetto è stato guidato dall’innovazione tecnologica, dalla ricerca sui materiali e da soluzioni architettoniche all’avanguardia.

CAMPLUS SAN PIETRO, ROSELLI ARCHITETTI ASSOCIATI

Una residenza per studenti situata nel cuore di Roma, vicino alla Città del Vaticano. L’intervento di riconversione di un edificio di cinque piani di un’ex casa di cura, firmato da Roselli Architetti Associati, ha previsto l’adeguamento sismico e il miglioramento della sua efficienza funzionale ed energetica. Le scelte architettoniche di lasciare gli elementi meccanici, elettrici e idraulici a vista, o comunque parzialmente coperti, unitamente all’approccio essenziale che cerca di conferire un aspetto elegante ai materiali grezzi utilizzati per la struttura, e il design minimale e l’aspetto tecnico dei pannelli riscaldanti fissati a parete hanno definito la stile minimalista del progetto.

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SAN GIACOMO APOSTOLO, MIRALLES TAGLIABUE EMBT

Toccando dolcemente il suolo come una mongolfiera, il complesso parrocchiale e la sua chiesa San Giacomo Apostolo a Ferrara accolgono la comunità con la loro architettura leggera e aperta come punto focale del territorio. Un nuovo centro spirituale, firmato dallo studio Miralles Tagliabue EMBT, che promuove l’identità comunitaria, la socializzazione e l’educazione. L’edificio si struttura come una presenza gentile e aperta verso gli abitanti, grazie ad un’architettura leggera e organica che contrasta con la materialità solida e compatta della preesistenza storica di Ferrara.

FIELDHOUSE, MODUS ARCHITECTS

Con Fieldhouse, lo studio di architettura MoDusArchitects introduce nel paesaggio altoatesino un nuovo landmark materico dalle linee essenziali dedicato allo sport e al tempo libero. L’edificio, situato nel paese di Laghetti (Comune di Egna, Bolzano) sulla sponda del fiume Adige, si distende in modo discreto ai piedi del rilievo montuoso del Parco Naturale Monte Corno che sovrasta a nord-est l’area di progetto. MoDusArchitects propongono un nuovo edificio dal carattere infrastrutturale, che si incunea tra un campo da calcetto a nord, il campo da calcio esistente a ovest e il terreno scosceso a est. Con il suo corpo di fabbrica poco elevato che si trasforma spostandosi lateralmente lungo l’area, Fieldhouse muta da muro di contenimento a lunga copertura lineare, per poi diventare un paesaggio rialzato che funge non solo da piattaforma panoramica per gli eventi sportivi, ma anche da luogo all’aperto per le occasioni sociali.

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FONDAZIONE LUIGI ROVATI, MCA – MARIO CUCINELLA ARCHITECTS

Nel cuore di Milano, Mario Cucinella Architects ha sviluppato un intervento di recupero architettonico di un edificio storico ottocentesco, e un ampliamento edilizio con allestimento a uso museale: uno spazio ipogeo esteso dai sotterranei dell’edificio fino al sottogiardino formato da tre ambienti a cupola con un’atmosfera di misticismo e suspense. Il progetto nasce dalla volontà della Fondazione Luigi Rovati di creare uno spazio museale all’interno dello storico palazzo ottocentesco Bocconi-Rizzoli-Carraro, un centro di sperimentazione e ricerca destinato anche a ospitare diverse funzioni e un’importante collezione di reperti etruschi.

ANONIMA AGRICOLA – CAPTCHA ARCHITECTURE

Anonima Agricola è un contromanifesto per sfidare l’idea da cartolina del paesaggio toscano. Riflettendo su questo territorio plasmato dalla Riforma Agraria del dopoguerra, il progetto di Captcha Architecture Milano propone una nuova idea di campagna diversa da quella pittoresca, abbracciando un linguaggio tecnico-pastorale introducendo un focus su soluzioni ecologiche innovative. Il progetto è situato a Orbetello, Maremma, parte del sud della Toscana, adiacente ad un’azienda agricola esistente dell’Ente Maremma costruita durante la Riforma Agraria modernista. Le stringenti normative edilizie della Toscana dettano precise scelte progettuali, imponendo un’immagine orientata al turismo che richiede tetti spioventi, ornamenti artificiali e facciate in finta pietra per mantenere un ideale pastorale fabbricato. Anonima Agricola sfida questa percezione stereotipata abbracciando materiali agricoli generici.

CHRONICLE IN STONEMATT ARCHITECT & ASSOCIATES, ERGYS KRISIKO STUDIO

Commissionata dal Ministero della cultura dell’Albania per uso culturale e sociale, l’opera è stata realizzata a Torino dai progetti albanesi di Matt Architect & Associates, in collaborazione Ergys Krisiko Studio.

CASA DI LEGNO E PAGLIA – STUDIO ALBORI 

Una piccola casa costruita in legno, paglia, calce e materiali di recupero, all’insegna della sostenibilità e del riuso, che riproduce, come stabilito dalle normative, la sagoma di un edificio precedentemente demolito nel piccolo comune di Laveno sul Lago Maggiore, grazie allo Studio Albori.

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TORRI RESIDENZIALI R11, CASCINA MERLATA – C+ S ARCHITECTS

Il lotto R11 si trova all’estremità settentrionale del Villaggio Highrise di Cascina Merlata a Milano, confinante con l’omonimo parco in uno degli sviluppi residenziali di maggiori dimensioni in Europa. Inizialmente previsto come un unico volume circondato da una recinzione e spazi condominiali, il progetto di C+S Architects ha proposto di spezzare il volume in due parti per restituire alla comunità uno spazio pubblico e creare una porta urbana tra Villaggio e il Parco che si insinua e si estende all’interno del lotto. Il progetto è critico nei confronti del concetto di ‘gated community’. Regalando spazio pubblico alla comunità circostante, lo studio disegna fisicamente una piazza in continuità materica e cromatica con le torri, sottolineando l’importanza della condivisione dello spazio collettivo come punto chiave per rafforzare l’identità della comunità.

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THE HOLE WITH THE HOUSE AROUND – ELASTICO FARM

La ristrutturazione di una casa degli anni ’70 è diventata l’occasione per riflettere sulle potenzialità del patrimonio edilizio del dopoguerra come territorio per lo sviluppo di nuove tipologie e modi di abitare. In particolare, si tratta della casa progettata dallo studio ELASTICOFarm per un giovane chef piemontese. I volumi che compongono la casa si ergono sopra l’edificio originario, cui si appoggiano parzialmente. Le stanze della casa, come le cime degli alberi in un bosco, sono separate dal suolo e si aggregano intorno a un vuoto centrale che accentua la sensazione di vertigine e di distacco dal terreno. In The Hole with the House Around la scatola architettonica si scompone liberamente in una serie di elementi che lasciano al centro un vuoto attorno al quale l’architettura trova il proprio equilibrio elaborando un inatteso rapporto con il paesaggio, in cerca di aria e di cielo.

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BIVACCO FANTON – DEMOGO STUDIO ARCHITETTURA

Il Bivacco Fanton di Demogo Studio Architettura ha aperto nel dibattito architettonico un immaginario nuovo e inesplorato verso l’alta quota, non cercando meramente una risoluzione funzionale ma cercando di innescare un rapporto tra uomo e natura, un rapporto più profondo che va oltre la mera soddisfazione di un bisogno pratico. Situato a 2667 metri di altitudine sulle Marmarole ad Auronzo di Cadore, il bivacco è un’opera minuta che trova una sua dimensione nella possibilità dell’amplificazione percettiva. Esternamente assume i tratti di un volume sbozzato sospeso su un crinale irto, un corpo in attesa proteso nel vuoto, intento ad aprire una dimensione spaziale al di là dalla propria geometria interna. Un volume definito dalla natura, un’architettura caratterizzata da un profilo fortemente inclinato che si adatta all’orografia delle Marmarole.

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THRESOLD AND TREASURE – ATIPOGRAFIA

ll progetto di Atipografia riguarda la trasformazione di un’ex tipografia di fine Ottocento ad Arzignano (VI) in una galleria d’arte contemporanea, con l’intento più ampio di portare l’arte nelle dinamiche sociali quotidiane della cittadina. L’intervento coinvolge il sito, organizza le stratificazioni esistenti, rendendo evidenti le modifiche di ogni epoca all’edificio originario.

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PALAZZO DEI DIAMANTI – LABICS

Il progetto per Palazzo dei Diamanti, capolavoro del rinascimento italiano a Ferrara, firmato da Labics, si compone di una serie organica di interventi volti da un lato al restauro e alla valorizzazione del complesso cinquecentesco e dall’altro all’adeguamento degli spazi interni ed esterni alle esigenze di un museo contemporaneo. «Il progetto – ha affermato lo studio Labics in una nota – è mosso dalla convinzione che l’architettura, a differenza della pittura, della scultura o di altre forme d’arte, sia un’arte viva che non può solamente essere contemplata nella sua bellezza; un’arte che per continuare ad esistere debba essere fruita e, se necessario, reinterpretata. Così è sempre stato nella storia dell’architettura, fatta eccezione per la tendenza che, in tempi recenti, ha visto spesso il prevalere della logica della pura conservazione sulla possibilità di riscrittura e arricchimento dei monumenti che ci sono stati tramandati dal passato».

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