Una vera e propria icona senza tempo che quest’anno spegne 30 candeline: stiamo parlando di Tolomeo, la lampada disegnata nel 1987 da Michele de Lucchi e Giancarlo Fassina per Artemide. Un simbolo senza tempo del design italiano che è riuscito a sopravvivere a qualsiasi moda e tendenza adattandosi ai vari cambiamenti con tecnologie e sorgenti sempre più innovative, «direi che più che una lampada la Tolomeo è una formula, una filosofia di prodotto», come la definisce il suo creatore in un’intervista pubblicata su Lighting Fields n. 6 di Artemide lo scorso gennaio.
Ispirata alle lampade a molla tradizionali, come la celebre Naska Loris, la sua sfida era coniugare una forma iconica e “domestica” con tecnologie e materiali innovativi, adattandosi agli usi e agli ambienti più diversi. Oggi è un simbolo riconosciuto di oggetto moderno, diffusa nelle case, negli uffici, negli alberghi, sui tavoli degli architetti, in ambientazioni fotografiche e perfino in scene di cinema. Un design unico, caratterizzato da snodi e tiranti che tengono la struttura sempre in equilibrio, che le è valso il Compasso d’Oro nel 1989; «una delle doti che ne ha garantito il successo è che ogni suo componente può diventare a sua volta una lampada indipendente, ad esempio la testa da sola, a pinza o appesa al soffitto diventa tante altre lampade», afferma nella stessa intervista De Lucchi.
Dalla prima versione da tavolo del 1987, alla recentissima Tolomeo Maxi terra, Tolomeo riesce ad offrire una luce flessibile per seguire i diversi bisogni degli ambienti dove è collocata, riassumendo tre caratteristiche tipiche dei prodotti Artemide, ovvero tecnologia, creatività, umanesimo. Caratteristiche che potranno essere ammirate da tutti ad Amburgo, presso l’Architektursalon von Gerkan, che celebra il compleanno di Tolomeo con una mostra dedicata alla collaborazione tra Artemide e Michele De Lucchi, in cui è possibile ammirare l’evoluzione di una lampada iconica che racconta il passato, è perfetta testimone del presente e riesce a interpretare il futuro. «Credo che la lampada sia in assoluto l’oggetto che meglio combina il progresso della tecnologia con lo stile di vita, con l’idea che ogni epoca ha di un ambiente adatto alla vita. – spiega il designer e architetto – La lampada, per lo meno per me, è l’oggetto più bello da disegnare, perché mette insieme la sensibilità per l’uomo contemporaneo con il tema dell’oggetto e del suo valore simbolico».
UN CORPO LAMPADA CHE HA RIVOLUZIONATO L’OGGETTO IN UNA EVOLUZIONE DI FAR LUCE,
INFINITE APPLICAZIONI, MA DI QUESTO E’ NEL DNA DI ARTEMIDE, E CON TANTA SCELTA DI COLORE TANTO DA STABILE IL GIUSTO RAPPORTO OGGETTO/PERSONA.
IMPORTANTE RIMANE IN QUESTO PROGETTO LA FORMA E LE SUE FUNZIONI
(BRAVI E COMPLIMENTI A DE LUCCHI E FASSINA)